Un caso spinoso, quello di Jeanne Covery, che ha deciso di fare causa a “Vite al limite”: ecco cosa è successo.
Da un programma come “Vite al limite“, reality Real Time che segue obesi patologici nel loro percorso di dimagrimento definitivo, ci si aspetterebbero concorrenti felici e soddisfatti dei risultati. Ma non è tutto oro quello che luccica. La storia di Jeanne Covey ne è la dimostrazione: la donna, infatti, è nota per aver denunciato la produzione del programma dopo le riprese e la messa in onda della puntata a lei dedicata. Ma scopriamo nel dettaglio che cosa è successo.
Vite al limite: perché Jeanne li ha denunciati
Jeanne è una donna di circa 40anni che aveva partecipato al programma per cambiare la sua vita una volta per tutte. Il suo peso di circa 300kg le impediva di condurre una vita sana e di fare tutto quello che avrebbe voluto fare, oltre al fatto che la sua salute era in grave pericolo. Per questo motivo si è rivolta al dottor Nowzaradan e alle sua clinica, per ricevere un programma di dimagrimento ed eventualmente l’ok per l’intervento chirurgico. Allora cos’è andato storto?
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Il percorso di Jeanne all’interno del programma non è stato facile: la donna aveva difficoltà a seguire la dieta di Nowzaradan e all’inizio non riusciva a perdere abbastanza peso per accedere all’intervento. Tuttavia, piano piano, la sua determinazione le ha permesso di andare avanti e di non arrendersi e infine Jeanne ha perso tanti chili, arrivando a 174. Un grande risultato!
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Ma l’esperienza di Jeanne all’interno del programam non è stata affatto piacevole. La donna infatti ha deciso di denunciare la produzione, assieme ad altri membri del cast. Le accuse erano di aver costretto la donna a continuare a registrare anche in seguito alla morte di suo padre e di non aver pagato le spese mediche per la malattia della madre, anche se inizialmente era stato promesso.