Il peperoncino calabrese è una specialità da provare ed anche da scoprire al di fuori dell’ambito della cucina. Come viene anche utilizzato.
Peperoncino calabrese, la Regione che rappresenta la punta dello Stivale ha anche questo tra le sue principali caratteristiche. Alle quali possiamo annoverare anche altri ingredienti capaci di dare vita a bontà uniche, come le cipolle di Giarratano, tanto per fare un esempio. In merito al peperoncino calabrese, la sua genuinità è nota in tutto il mondo, a tal punto che questo prodotto della terra è da considerare come un vero e proprio ambasciatore della Calabria nel mondo.
Le ricette che annoverano la fondamentale presenza del peperoncino calabrese, e che fanno parte del campionario gastronomico regionale, sono diverse. Dalla inimitabile ‘nduja, che è un salume spalmabile fatto con carne di maiale arricchita proprio dal peperoncino, alla pasta all’arrabbiata. Senza tralasciare i peperoni ripieni piccanti, il sugo di pomodoro piccante, la frittata di cipolle e peperoncino ed altro. Le salsicce calabresi sono molto apprezzate proprio per la presenza del peperoncino in qualità di aromatizzante.
E non dimentichiamo il pesto calabrese, la zuppa di fagioli, l’olio extravergine di oliva al peperoncino e la pizza piccante. In tutte quante queste preparazioni è presente il peperoncino calabrese. La cui storia è ultra millenaria. In realtà questa spezia proviene dall’altra parte del mondo. Il suo punto di provenienza è rappresentato dall’America centrale e meridionale. Le popolazioni precolombiane erano solite consumare il peperoncino già millenni e millenni fa. Il suo arrivo in Europa è avvenuto poco più di cinquecento anni fa, con i primi viaggi dei coloni europei da quelle parti. Da lì la diffusione del peperoncino in tutta l’area del Mar Mediterraneo fu capillare.
Non si sa come il peperoncino sia arrivato in Calabria, ma ormai è diventato talmente importante da quelle parti da essere considerato autoctono. E lo è così tanto da trascendere la sua utilità in cucina. Il peperoncino è dotato anche di proprietà lenitive. In particolare contro patologie quali artrite, herpes zoster, neuropatia diabetica, mastectomia e cefalea, nei confronti delle quali sa fornire un effetto anestetico. In più, il peperoncino favorisce la buona digestione.
Il suo odore acre tiene anche lontani gli insetti. Per cui viene tenuto spesso e volentieri all’interno delle credenze in cucina. Ed è pittoresco e bello da esibire in qualità di ornamento. È come se il peperoncino quindi non avesse difetti. Logico dunque che finisse con l’essere considerato anche uno strumento protettivo e capace di generare fortuna, se lo si porta con sé. Tale credenza è tipica delle aree dove sono ancora forti certe tradizioni, con questo ingrediente ritenuto un modo per portare a sé ed agli altri la buona sorte.
Famoso è il corno rosso napoletano, che a molti sembra essere proprio un peperoncino. In realtà è più un corno di toro, dipinto di rosso perché questo è un colore con tante accezioni positive. Ma la somiglianza con il peperoncino ci sta tutta. In Calabria anche i peperoncini col tempo sono diventati degli scacciaguai, al punto che ancora oggi li si porta nascosti in un taschino. Per quella che è una usanza ben radicata e che non sparirà mai.
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