Il tonno in scatola è un’alternativa economica e veloce di quello fresco, ma quanto possiamo stare tranquilli nel consumarlo?
La vita oggi è frenetica, veloce e spesso non si ha mai tempo di cucinare con calma e si ricorre ad alternative rapide, economiche e molto di frequente poco salutari, rispetto alla preparazione di un pranzo o una cena con ingredienti freschi e scelti. Ecco che wurstel, surgelati e scatolame impera sulle nostre tavole. Ma quanto possiamo stare tranquilli nel consumare questi prodotti? In particolare, tra i prodotti in scatola più consumati e amati, c’è sicuramente il tonno.
Non sarà certo più buono di quello fresco, ma il tonno in scatola è un’alternativa economica in cui tutti prima o poi siamo caduti, almeno una volta nella vita. Basta aprire la scatoletta, scolarlo e usarlo nei nostri piatti, che sia un condimento per la pasta o un secondo non troppo gourmet. Ma gli esperti nutrizionisti hanno detto finalmente la loro sull’argomento: il tonno in scatola fa davvero così male?
Tonno in scatola: perché non consumarne troppo
Contrariamente a quanto si possa pensare, il tonno in scatola non è un prodotto cattivo in assoluto e può essere dunque un’alternativa anche molto valida a quello fresco. Ha poche calorie, soprattutto quello al naturale o sgocciolato, è pratico e gustoso e si conserva anche per molto tempo, fuori dal frigo. Tutte queste caratteristiche lo rendono consigliabile a chiunque faccia una vita frenetica e con poco tempo e pochi soldi. Ma cosa dicono gli esperti?
Anche se questo prodotto non fa male se consumato con moderazione ed equilibrio, consumarne eccessivamente può essere dannoso, soprattutto se si verificano alcune condizioni che potrebbero ledere la bontà del tonno. Innanzitutto se aprendo la scatoletta vediamo che il tonno è grigio e ha perso il colore roseo che dovrebbe avere, siamo di fronte ad un prodotto di scarsa qualità o che è rimasto troppo tempo nella scatola. Poi, sarebbe bene preferire il tonno al naturale e magari condirlo successivamente con olio extravergine d’oliva.
Il costo bassissimo delle scatolette, infatti, è dovuto anche alla scarsa qualità dell’olio in cui viene conservato il pesce molto a lungo.Anche se sgocciolato, il pesce rimane intriso di quell’olio scadente e potrebbe non essere più salutare e buono. I casi in cui non bisognerebbe mai consumare questo tipo di prodotto è se ci si trova in gravidanza oppure se si hanno malattie epatiche o iperuricemia.