Un boom di casi di salmonella ha colpito alcune zone in Italia, in cui sarebbe bene non bere l’acqua del rubinetto: dove sta succedendo?
La salmonella è un virus dalle conseguenze davvero drammatiche per l’organismo e il corpo umano e prendersi un’infezione non è affatto un’esperienza che si augurerebbe a nessuno. Tra dissenteria e disidratazione, questa infezione può anche essere molto pericolosa, meglio evitare se possibile di entrare in contatto con essa.
Ma come si fa a prendere la salmonella? Solitamente si può contrarre mangiando carne poco cotta, specialmente pollo, ma anche pesce crudo non troppo fresco, oppure ancora bevendo acqua contaminata. Ed è proprio questo che sta succedendo in alcune zone d’Italia, dove è raccomandabile non consumare acqua del rubinetto, fino ad ulteriori accertamenti riguardo la presunta diffusione di questo virus. Ma scopriamo qualcosa di più sulla questione.
Salmonella nell’acqua: dove non bere dal rubinetto
Si tratta di una zona al confine tra Trentino Alto Adige e Veneto, in particolare nella località di Arsiè: è qui che si stanno riscontrando tantissimi casi di dissenteria che potrebbero essere collegati alla presenza del virus della salmonella, che potrebbe aver contaminato gli acquedotti locali, portandolo così nelle case dei cittadini tramite l’acqua del rubinetto. Se è vero che i casi di dissenteria riscontrati massicciamente nella popolazione di Arsiè potrebbero essere dovuti ad un’epidemia di influenza intestinale, è pur sempre meglio non rischiare e lasciare i rubinetti chiusi, almeno per bere.
I locali, infatti, si stanno rifornendo di acqua dalle cisterne, per evitare di bere quella del rubinetto che potrebbe essere contaminata. Nel frattempo nel comune di Arsiè si stanno compiendo indagini su campioni di acqua proveniente dall’acquedotto per capire meglio che cosa sta succedendo ai cittadini e perché si siano riscontrati tutti questi casi dell’infezione. A dire il vero, la società che gestisce il servizio idrico ha già riscontrato la presenza del batterio nell’acqua grazie alle periodiche indagini che vengono compiute per salvaguardare la salute dei cittadini.
Resta da comprendere se il rilevamento del batterio sia effettivamente collegato ai numerosi casi di dissenteria registrati tra i residenti di Arsiè, che in ogni caso, sono stati invitati a non bere dall’acqua del rubinetto, almeno finché non si saranno compiuti tutti gli accertamenti necessari. Durante le festività pasquali questo batterio ha fatto paura a molti, dato che è possibile riscontrarlo anche nella cioccolata e ora è tornato a terrorizzare il confine tra Trentino e Veneto.