Il pesce crudo è una vera prelibatezza ma può essere molto pericoloso: come riconoscerne la freschezza? E che rischi si corrono?
Un piatto di sashimi e una tartarre di salmone come si deve sono delle grandi prelibatezze e una vera delizia per gli amanti del genere. Nella diatriba tra pizza e sushi, c’è chi sceglierebbe la seconda opzione senza batter ciglio e gli amanti del pesce crudo sono sempre più numerosi, in tutto il mondo. Ma sebbene sia un alimento amatissimo, quanto si rischia mangiando pesce crudo e sashimi? E come si riconosce la freschezza del prodotto? Tutto quello che avete sempre voluto sapere.
Cosa si rischia con il pesce crudo e quando è buono?
Il pesce crudo nascoste tante insidie e pericoli, tra cui parassiti e batteri che possono nuocere gravemente alla salute. Ad esempio l’Anisakis, un parassita che causa gastrite e ulcera, se ingerito inavvertitamente. Micro organismi, tossine, larve e alghe potrebbero trovarsi naturalmente nel pesce e contaminare anche l’uomo che lo ingerisce, portando a conseguenze molto gravi.
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Questo accade se il pesce non viene abbattutto ad almeno -20° e almeno 60 ore prima del consumo, come stabilito dalla Legge. La fredda temperatura permette alle larve, soprattutto a quella dell’Anisakis, di non sopravvivere. Se il pesce viene acquistato fresco è importante lasciarlo in frigorifero e abbatterlo per almeno 96 ore prima di consumarlo o servirlo. Non bisogna scherzare con il pesce crudo!
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Per riconoscere il pesce e veriifcare che sia fresco controllate che abbia colori accesi e consistenza non flaccida, che l’occhio (se presente) sia vivo e non vitreo e che la pelle sia tesa. Mi raccomando, consumate il pesce crudo responsabilmente e fate attenzione a ristoranti e sushi-bar, che rispettino le norme igieniche e le leggi che regolano questo alimento così delicato e rischioso.