Circa una tonnellata di pesce, legumi e ortaggi è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza perché in cattivo stato conservativo.
La Guardia di Finanza ha sequestrato un ingente quantitativo di prodotto in cattivo stato di conservazione e dalla provenienza diversa rispetto a quella dichiarata in etichetta. Il tutto sarebbe finito sui banchi del mercato. Scopriamo qualcosa di più sulla vicenda.
Un bel colpo quello messo in atto da finanzieri contro un imprenditore italiano: gli sono stati sequestrati centinaia di chili di prodotti destinati ad essere venduti sui banchi del mercato e adesso l’uomo è accusato di frode e false indicazioni di origine di provenienza dei suoi prodotti ittici – e non. Anche quando vengono acquistati prodotti presumibilmente freschi al mercato, è bene stare molto attenti!
L’etichetta indicava provenzienze false del pesce
A disporre gli accertamenti qualitativi e di provenienza della merce di questo imprenditore italiano è stata la Procura della Repubblica di Torino, in seguito all’irruzione da parte della Guardia di Finanzia nei magazzini dove l’uomo teneva i prodotti da vendere al mercato. Il mercato in questione è quello di Porta Palazzo, nel cuore del capoluogo piemontese: il mercato storico conta numerosi pescivendoli e rivenditori di merci di ogni tipo e di ogni provenienza geografica, a prezzi variabili. Nel magazzino dell’uomo, infatti, non è stato trovato soltanto del pesce ( tra cui merluzzo, pangasio, sgombro e ombrina) ma anche legumi, ortaggi e carni in cattivo stato di conservzione.
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Nel deposito sotterraneo del gestore i finanzieri hanno trovato pesce essiccato, legumi, spezie e pollame. Il tutto era in cattivo stato conservativo e soprattutto le etichette dei prodotti indicavano provenienze false. Mentre le etichette, infatti, accertavano che i prodotti provenissero da Giappone e Africa, la reale origine era cinese, thailandese e messicana. Per questo motivo la Guardia di Finanza, dopo aver stabilito le reali origini della merce, ha sequestrato circa un tonnellata di prodotto, sottoposta a successivi accertamenti.
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Il titolare al momento è indagato per frode fiscale, per la falsa indicazione di provenienza dei prodotti e per aver tenuto le merci in cattivo stato. Inoltre la Procura ha ordinato la successiva distruzione delle merci, assolutamente non idonee ad essere vendute e consumate dal pubblico dei consumatori e potenzialmente dannose per la salute, proprio per il pessimo stato in cui sono state ritrovate.