La Pasqua 2022 avrà un sapore agrodolce per gli italiani, spinti dalla voglia di tornare alla normalità da un lato e trattenuti dall’aumento dei prezzi dall’altro.
La Pasqua è sempre più vicina e le famiglie sono impegnate a organizzare il pranzo della domenica. C’è chi vorrebbe andare a al ristorante o in un agriturismo per godere del bel tempo e chi preferisce rimanere a casa con amici e parenti rimandando al lunedì di pasquetta l’uscita.
Prima di prendere una o l’altra decisione, gli italiani dovranno fare i conti con il caro prezzi. Che il costo dei consumi sia aumentato è già un fatto assodato, se ne parla da più di un mese. Ma quanto costerà agli italiani la Pasqua 2022?
Manca veramente poco all’inizio dei festeggiamenti pasquali, ma prima di programmare il pranzo della domenica e il lunedì di Pasquetta, dovranno prendere la calcolatrice e fare quattro conti. Mai come quest’anno, l’improvvisazione può giocare un brutto scherza.
Il caro prezzi, infatti avrà delle conseguenze anche sui festeggiamenti pasquali con un aumento dei costi considerevole.
Secondo quanto trasmesso dalla Conferenza Nazionale dell’Artigianato (Veneto) attraverso uno studio elaborato è stato stimato un aumento di 300 euro per ogni famiglia. Il rincaro riguarda solo le spese agroalimentari del 2022, sono escluse da questa stima quelle energetiche.
Inevitabilmente questo influirà su quello che gli italiani decideranno di fare. I cittadini, i consumatori e imprenditori di pmi sono sempre coloro che pagano le sperse più grosse di qualsiasi situazione macroeconomica. Per questo motivo le associazioni dei consumatori, la Conferenza e anche il Governo italiano (tramite la figura del ministro Patuanelli) hanno più volte richiesto, durante incontri UE, dei fondi di emergenza per fare fronte alla situazione.
Dopo due anni di pandemia, la guerra in Ucraina sta mettendo a dura prova le tasche degli italiani. Il conflitto sta comportando serie conseguenze sul settore produttivo italiano. L’Unione nazionale dei consumatori ha stilato una classifica dei prodotti che lo scorso mese hanno subito i rincari maggiori: olio e vegetali freschi che hanno subito un aumento del 17% stanno in testa a questa classifica. Il burro è il prodotto alimentare che ha subito un incremento pari solo al 2%.
Gli organi di governo sono già intervenuti più volte con misure atte a tamponare gli effetti negati, ma l’inflazione pare avere raggiunto livelli record. Non è chiaro quando questa seconda emergenza (se così si può chiamare) finirà ed è altrettanto complicato prevedere ulteriori cambiamenti.
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