Questa sostanza chimica ha mostrato una diffusione ritenuta preoccupante a seguito di un apposito test di qualità. In quali prodotti si trova.
Sono tanti gli alimenti che siamo soliti mettere all’interno del carrello o del cestino quando andiamo a fare la spesa. Tra prodotti freschi ed altri confezionati ed inscatolati, la scelta per preparare il pranzo e la cena ogni giorno è vastissima. Purtroppo però nessuno di questi alimenti è esente da alcune possibile problematiche.
E nella fattispecie, ce n’è uno che ha mostrato una tendenza alquanto preoccupante a subire una contaminazione da parte di una precisa componente. C’è del Bisfenolo A in praticamente tutte le marche di uno stesso prodotto. I campioni di molti nomi, noti e meno noti, presenti sul mercato, sono stati passati al setaccio in laboratorio.
Le osservazioni al microscopio hanno però svelato la costante presenza di Bisfenolo a, noto anche come BPA. Si tratta di una sostanza chimica presente all’interno dei materiali utilizzati per creare gli involucri in scatola che vengono poi sigillati nel corso delle procedure industriali, per contenere il cibo.
E di alimenti in scatola ce ne sono tanti. Dal tonno ai legumi, passando per la passata di pomodoro e per alcune creme spalmabili. Gli effetti negativi noti del Bisfenolo A consistono in interferenze riconosciute all’apparato endocrino, problemi ormonali ed esposizione al rischio di contrarre alcune malattie croniche. Per questo motivo l’Unione Europea ha ritenuto tale sostanza come potenzialmente tossica.
Tale sostanza andrebbe assunta al massimo in un quantitativo di 0,2 nanogrammi per ogni chilo di peso corporeo. Limite stabilito dalla EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare). Ed il test di qualità sopracitato che ha rilevato la persistente presenza di Bisfenolo A nelle varie marche dello stesso prodotto è stato realizzato dalla rivista tedesca dei consumatori Öko-test. Pur trattandosi di una rilevazione avvenuta all’estero, spesso i prodotti esaminati sono venduti anche in Italia.
In questo specifico caso c’è preoccupazione per quanto riguarda i fagioli in scatola. Su venti marche minuziosamente esaminate, quasi tutte quante hanno mostrato di avere delle tracce di Bisfenolo A. Persino quelle realizzate con metodi biologici ed i prodotti venduti in barattoli di vetro. Che normalmente non dovrebbero presentare Bisfenolo A, tipico dei rivestimenti impiegati invece nelle confezioni dei prodotti inscatolati.
Il test degli esperti tedeschi ha misurato anche la eventuale presenza di glifosato, di aromi e zuccheri aggiunti e la qualità e l’origine dei fagioli. Facendo poi una media di punteggio. Cinque marche non hanno presentato Bisfenolo, altre tredici invece si, e questo ha portato gli esperti a parlare di aumento sensibile di BPA nei prodotti interessati rispetto alle più recenti valutazioni condotte in passato.
E purtroppo quasi tutti questi prodotti hanno fatto misurare un superamento del limite massimo imposto in Europa per quanto riguarda la presenza di Bisfenolo A nel cibo. Anche se pure i fagioli commercializzati in vasetti di vetro hanno mostrato delle tracce, gli stessi sono indicati comunque come più sicuri rispetto a quelli in scatola. E poi il vetro è molto più facile da smaltire e riciclare. E comunque, almeno per quanto riguarda l’eventuale presenza di pesticidi, nessuno dei prodotti analizzati ne conteneva, nemmeno in tracce. Anche se non sono mancati zuccheri aggiunti. In questo caso poi nessuna marca di fagioli confezionati è venduta in Italia.
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