Lo chef Natale Giunta ha postato una foto in compagnia di un suo noto e amatissimo collega e il web è impazzito.
Chi non conosce Natale Giunta dovrebbe rimediare: l’incredibile storia di questo coraggioso chef siciliano è davvero un esempio di come l’opposizione alla mafia è non solo possibile, ma necessaria. Ecco perché Giunta non è solo un grande esempio di talento culinario e dedizione ma anche il simbolo di un’Italia che non si piega allo strapotere delle organizzazioni mafiose e di un Sud che è orgoglioso della propria cultura.
Proprio lo chef Giunta si è mostrato su Instagram accanto ad un amico e collega incredibile: uno dei personaggi del mondo della cucina e della ristorazione più amati e apprezzati degli ultimi dieci anni. La loro foto spensierata e che li vede insieme in vacanza ha strappato un sorriso a tutti i fan di Instagram di Giunta.
Natale Giunta in piscina con uno chef amatissimo
Si è mostrato allegro e spensierato assieme ad Antonino Cannavacciuolo: così Natale Giunta ha voluto dimostrare l’amicizia con il collega con una bella foto che li ritrae in piscina in vacanza, postata sul profilo Instagram. “Un po’ di relax prima della nostra stagione.” – ha spiegato Natale nella didascalia – “Piccola vacanza in bella compagnia.” Questi momenti spensierati sono preziosi per figure come quelle di Natale, che purtroppo sono costretti a guardarsi le spalle più di ogni altro.
Natale, infatti, come ha spesso raccontato in diverse interviste si è coraggiosamente opposto alle dinamiche mafiose. “Correva il mese di marzo” – ha raccontato al Corriere della Sera – “ il 3 per l’esattezza: data spartiacque del prima e del dopo. Le ricette delle zie erano fra le più apprezzate sui menu dei miei ristoranti. Tra comunioni, cresime e matrimoni, mi aspettavano mesi di lavoro intenso. Il sogno che diventava realtà. Poi, dall’oggi al domani, il peggiore degli incubi. Si presentò da me un tal Franco, mi disse che avrei ricevuto la visita di due persone. Arrivarono di lì a qualche ora. Erano un giovane, con la spavalderia dell’età, e uno più anzianotto, con tanto di coppola sulla testa. Conoscevano ogni cosa, pareva che mi avessero passato sotto la lente di ingrandimento. Mi dissero che, dal carcere, “certi” detenuti mi guardavano. Sapevano che mi ero fatto da solo, senza chiedere u permesso, quello “giusto”, eh. E che, per questo, avrei dovuto versare una cifra mensile. “Sa, Giunta — mi dissero — le famiglie dei carcerati hanno bisogno di essere sostentate. Ci pensi e così avrà l’opportunità di “mettersi a posto”. Ci dia retta: noi siamo qui per proteggerla. Le stiamo evitando la visita di persone malintenzionate”. A quel punto realizzai che davanti a me avevo due mafiosi: mi stavano chiedendo il pizzo. Mi opposi.”
L’opposizione al pizzo ha causato una serie di pericolosi atti intimidatori contro Natale, come l’uccisione del suo pastore tedesco adorato.