Ecco il menù completo dei doppi sensi: risate garantite dall’antipasto alla frutta
Vuoi organizzare una cena divertente sopra le righe? Prepara il menù dei doppi sensi.
In questi ultimi anni abbiamo vissuto un periodo abbastanza pesante, dovuto alla pandemia che ci ha colpito in pieno; fatto di divieti, di vincoli e di coprifuoco, quindi era impossibile organizzare una cena tra amici e parenti.
Oggi abbiamo pensato di creare il “menù dei doppi sensi”, un menù che si può preparare in casa, fatto di ingredienti molto semplici e buoni, ovviamente la particolarità sta nel nome dei piatti perchè avranno un doppio senso
Nero di Troia: è un vitigno autoctono della Puglia, e dà il nome a vini prodotti da diverse etichette. Il suo nome può essere collegato con la città pugliese di Troia, oppure con la leggenda dello sbarco sulle rive del fiume Ofanto dell’eroe greco Diomede, reduce dalla guerra di Troia. La sua uva ha una buccia spessa particolarmente ricca di polifenoli e dal moderato potenziale zuccherino; dà origine a vini con profumi floreali (sentori di viola impreziositi da sfumature speziate).
Antipasto
Cazzimperio: è una salsa a crudo, diffusa a Roma, fatta con olio d’oliva, sale e pepe, in cui si possono intingere ortaggi crudi (sedano, carote, finocchi). Insomma, il celebre pinzimonio: ma che c’entra l’organo sessuale maschile? In realtà nulla: è solo un’assonanza, dato che il termine deriva da cazza (mestolo).
Coglioni di mulo: questo insaccato (un salame di maiale con un cilindro compatto di lardo) è originario della zona di Campotosto (Abruzzo), e il nome ha un’origine simile alla precedente: la forma ricorda i grossi testicoli di un mulo. E’ noto anche come “mortadella di Campotosto” e ha oltre 500 anni di storia.
Primo Piatto
Spaghetti alla puttanesca: è un piatto napoletano. Gli spaghetti sono preparati con un sugo a base di pomodoro, olio d’oliva, aglio, olive nere di Gaeta, capperi e origano. Esiste anche una variante laziale con l’aggiunta di acciughe sotto sale. Sull’origine del nome, tante congetture e nessuna certezza: vista l’estrema semplicità e povertà del piatto, forse era davvero diffuso nei bordelli.
Secondo piatto
Cazzomarro: è un piatto pugliese, diffuso anche in Basilicata. Si tratta di un involtino che contiene interiora di agnello , si mangia cotto al forno. A dispetto delle apparenze, il nome non deriva dalla forma fallica dell’involtino: deriva invece dalla parola dialettale “cazzare” ossia schiacciare, infatti nella ricetta vengono schiacciate le interiora.
Contorno
Grattaculi: sono i tanni, spighette che nascono sopra le piante delle zucchine. Hanno un sapore deciso e amaro, esaltato dalla cottura con olio ed aglio. Sono diffusi nel Lazio e ribattezzati con l’appellativo di grattaculi per evocare il fastidio che possono dare al lato B di chi si china a raccoglierli.
Dolce
Tette di vergine (minni di virgini): sono un dolce tradizionale di Sambuca di Sicilia (Agrigento), fatto di pasta frolla e con un ripieno di crema di latte,zuccata, scaglie di cioccolato e cannella. Le minni – strano a dirsi – sono nate nei conventi delle suore di clausura: non hanno intenti erotici, perché con tutta probabilità ricordano il martirio di Sant’Agata, siciliana uccisa nel 251.
Frutta
Poppa di Venere: è una varietà antica di pesca, d’origine italiana. Il frutto è grosso e tondeggiante e appuntito sul fondo: proprio per questo ricorda un capezzolo. Il frutto ha polpa bianca con venature rosse al nocciolo è molto succos e profumatissima. Matura nella prima quindicina di settembre e si conserva solo per breve tempo.