La Cena di Pitagora è una realtà vegana che si trova a San Ponzo, a Ponte Nizza, nell’Oltrepò Pavese. Maria e Davide ci hanno parlato della loro storia e di come fanno conoscere la loro cucina “gentile” in un territorio che ha proposte più tradizionali.
La Cena di Pitagora è un luogo coinvolgente, quasi d’altri tempi, pieno di sogni dei suoi proprietari: Maria e Davide immaginavano una vita diversa, gentile, esattamente come i loro piatti. Una vita in cui il cibo ha un ruolo importante: un’alimentazione gustosa, in armonia con l’ambiente, ma anche consapevole. Qui non solo si può mangiare, ma si può anche pernottare nei fine settimana per godere appieno di un’esperienza che unisce i profumi di una cucina speciale con le atmosfere magiche dell’Oltrepò.
Mangiare vegetale rappresenta la scelta del futuro? Sicuramente la presa di coscienza sulla sofferenza del Pianeta e la sempre maggiore cognizione su ciò di cui ci nutriamo fa sì che, i vegetariani e i vegani ricoprano una percentuale dell’8,2% della popolazione. A dirlo è il rapporto Eurispes 2021: il 5,8% del campione intervistato è vegetariano, mentre il 2,4% ha scelto l’alimentazione vegana. Rispetto al 2020 – in cui l’8,9% della popolazione ha abbracciato uno stile di vita vegetariano e vegano – è diminuito il numero dei vegetariani che passano dal 6,7% al 5,8% a favore dei vegani che passano dal 2,2% al 2,4%.
Maria e Davide, da qualche anno, coccolano i loro clienti a La Cena Di Pitagora – il nome prende il nome dal titolo del libro di Erica Joy Mannucci – un luogo d’incontro per coloro che vogliono provare una cucina vegetale. Non è necessario a dir la verità essere vegani per assaggiare la loro cucina, basta essere curiosi: il locale ha anche una biblioteca a disposizione degli ospiti per approfondire le tematiche ambientaliste e animaliste.
La locanda, sebbene si trovi nel piccolo borgo di San Ponzo Semola, ha già avuto riconoscimenti importanti: da Vogue a Vanity Fair si sono accorti di quanto sia bello e possibile mangiare vegano.
Ecco a voi quello che ci hanno raccontato: in fondo all’intervista ci sarà anche una loro ricetta speciale.
Raccontateci un po’ di voi e della vostra storia.
Veniamo da Milano e da Pavia. Volevamo cambiare vita… andarcene, fuggire dai ritmi frenetici della grande metropoli per vivere e lavorare con lentezza e consapevolezza, cercando in questo modo e per quanto possibile di realizzare uno stile di vita rispettoso per l’ambiente gli animali.
L’idea precipua è stata questa. E’ nata così La cena di Pitagora prima come associazione vegetariana e poi tre anni fa locanda vegana, un piccolo ristorante aperto al pubblico e due camere per chi vuole trascorrere qualche giorno nella quiete del nostro piccolo borgo.
Perché i vostri menù sono definiti “gentili”
La definizione di “gentile” per quanto riguarda il mostro menù viene da un libro di Giuseppe Coco e Franco Battiato pubblicato nel 2010 da Infinito Edizioni (Sowa RigpaLa scienza della guarigione per un’alimentazione consapevole, ndr) che ci capitò per caso tra le mani. Fummo colpiti da una bellissima frase nella prefazione a cura Piero Ferrucci che recita testualmente così: ” È abbastanza facile creare un piatto gentile. Basta che sia a base di alimenti di origine vegetale. I piatti di questo libro sono non violenti. Li possiamo mangiare in pace, sapendo che ci fanno bene, che per prepararli non sono stati maltrattati animali, che non danneggiano l’ambiente, che non sottraggono cibo a chi muore di fame. Questo è già molto non vi pare ?”
Come nascono i vostri menù? E come scegliete le materie prime?
Il nostro “menù gentile” è composto da quattro portate, cerchiamo sempre di inserire un legume, frutta secca, semi, cereali, erbe aromatiche e ovviamente verdura cotta e cruda, cerchiamo quindi di offrire un menù bilanciato e gustoso. I piatti che proponiamo sono frutto di ricerca e passione…e tanti esperimenti! Quando abbiamo aperto la locanda abbiamo fatto una ricerca per scegliere i nostri fornitori, cerchiamo di utilizzare ingredienti provenienti da agricoltura biologica, anche non certificata, se ci fidiamo del produttore questa per noi è una garanzia. Per il resto ci affidiamo alla grande distribuzione.
Avete convinto qualche scettico a cambiare atteggiamento e passare ad una alimentazione vegetale?
Beh, questo non lo sappiamo. Capita spesso che ci chiedano del perché della nostra scelta. Molte persone sono interessate all’argomento… ormai non passa giorno che non ci siano notizie sui giornali che scrivono di quanto sia salutare ed etico abbracciare una dieta almeno vegetariana soprattutto sul piano ambientale rispetto ad una dieta invece pesantemente onnivora. Molti sono interessati, chiedono anche corsi di cucina per approcciarsi in modo giusto ad un tipo di alimentazione che viene definita radicale ma che in realtà non lo è.
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Uno dei pregiudizi sulla cucina vegana è che si mangino solo piatti tristi o al massimo delle insalate. Vogliamo sfatare questo mito?
In effetti c’è ancora questo pregiudizio, ma per eliminarlo possiamo solo invitare le persone a provare i nostri menù. Risotti, pasta fresca, lasagne, verdure in pastella, ricottine di mandorla aromatizzate con erbe e scorze d’arancia, cheesecakes dolci e cremose, i nostri piatti esprimono gioia!
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Il piatto preferito che amate di più cucinare ?
Quello che ci dà più soddisfazione è sicuramente il risotto, lo mantechiamo con un fermentato di anacardi che autoproduciamo, una sorta di formaggio che rende il risotto cremoso e gustosissimo. In questo periodo lo proponiamo con i porri e i nostri limoni fermentati.
Ci potete lasciare una piccola ricetta da fare a casa?
Certo, con piacere, la Valle Staffora è ricca di frutteti di mele, ogni famiglia ha la “sua” torta di mele, questa è la nostra.
TORTA DI MELE RENETTE CON GLASSA AL LIMONE E CANNELLA
Teglia 24 cm
180 g di farina 0
40 g di fecola di patate
1 bustina di cremor tartaro
90 g di zucchero di canna
1 pizzico di sale
200 gr bevanda di soia
80 gr olio girasole
Scorza grattugiata di un limone
2 mele renette a dadini
Per la glassa:
3 cucchiai di zucchero di canna macinato fine, un cucchiaio di succo di limone e un terzo di cucchiaino di cannella in polvere.
Mescolare gli ingredienti secchi, poi aggiungere la bevanda di soia e l’olio (miscelati tra loro), infine le mele a dadini. Mescolare bene, versare nella tortiera precedentemente oliata e infarinata.
Cuocere in forno a 180° per 30 minuti poi abbassare a 170 e cuocere ancora 10 minuti. Fare la prova dello stecchino !
Estrarre dal forno, mescolare tra loro gli ingredienti della glassa e spennellare la torta.
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