Giorgio Locatelli è il giudice di Masterchef dai modi di fare garbati e dal fascino britannico. Racconta il suo tragico incidente.
Il talent di cucina più famoso di Italia rappresenta un’opportunità non solo per i concorrenti che aspirano a diventare chef, ma anche per i giudici. Gli chef negli ultimi anni sono diventate delle vere e proprie celebrità e le mura delle loro cucina non sono più abbastanza. Ogni professionista che si rispetti è alla conduzione di un programma televisivo: Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Alessandro Borghese sono solo alcuni di loro.
Alcuni chef decidono di tornare a lavorare dietro ai fornelli dedicando anima e corpo al loro progetto iniziale, così ha fatto Cracco che dopo anni ha deciso di abbandonare Masterchef per il bene dei suoi locali. Sostituirlo non è stato facile, ma alla fine, dopo tanti tentativi un altro trio di giudici e chef è stato creato e porta avanti la conduzione del talent già da qualche anno. Stiamo parlando di quello composto da Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli.
Di Giorgio Locatelli non si sa molto, lo chef con sede a Londra, appare sempre schivo e discreto. Ma quando si tratta di parlare di lavoro e dei suoi progetti, lo chef non si tira mai indietro, e di cose da raccontare ne ha.
Negli anni ’90 Giorgio Locatelli apre insieme a un socio Oliva, a Londra. Il ristorante si pose come obiettivo quello di rivoluzionare il modo di gestire sala e cucina a fare dell’esperienza del cliente.
Non è tutto oro ciò che luccica e Locatelli lo sa bene; nonostante sia sempre stato abituato a sgobbare più degli altri e a non accontentarsi di una minestra riscaldata, Locatelli ha attraversato un momento complicato: “Sei anni fa stavamo lavorando, era un venerdì sera, a un certo punto abbiamo sentito uno scoppio che ha disattivato le luci“, Locatelli ricorda ogni singolo attimo. ”
Un’esplosione ha distrutto la cucina, ma quando siamo riusciti a scappare ci siamo resi conto che mancava una persona: “Io mi sono sentito responsabile delle persone che lavoravano con me”, il pensiero di comunicare a un padre che la persona che lavorava con me non c’era più è stato duro da gestire. Per questo sono andato anche da uno psicologo per questo“, il racconto dello chef è davvero terrificante e nonostante siano passati 6 anni lo chef ricorda tutti i minimi dettagli del tragico incidente.
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