Giorgio Barone è uno chef giramondo che prende i calciatori per la gola: i segreti e i successi di un professionista che è riuscito a conquistare anche il più grande di tutti, Cristiano Ronaldo.
Giorgio Barone è un cuoco innamorato della sua terra, la Sardegna, ma è anche cittadino del mondo: per il suo lavoro infatti ha girato ovunque e soprattutto è riuscito a conquistare il palato di tanti giocatori importanti ed internazionali. Attualmente lavora come personal chef in Germania per Kevin Prince Boateng; si tratta però solo dell’ultimo dei campioni per i quali lo chef Barone ha cucinato (vi dice qualcosa CR7?). Cosa si nasconde dietro l’alimentazione di uno sportivo professionista? Ed è vero che non fanno mai strappi alla dieta? Di tutto questo e di altro abbiamo parlato proprio con chi si occupa della loro alimentazione, scoprendo delle curiosità davvero interessanti.
Leggi anche: Antonio Conte, i segreti della sua forma fisica: dieta e allenamento
Chef Barone: la mia idea di cibo
Chef Barone, ci racconta come ha iniziato a cucinare? Quali sono state le sue prime esperienze?
Ho avuto sempre la passione fin da piccolo della cucina qui in Sardegna con mia mamma e con mia nonna. Poi ho avuto la fortuna di andare per un anno in Australia dove ho lavorato come aiuto cuoco in un ristorante italiano a Melbourne e da lì sono diventato il primo cuoco. Poi naturalmente la passione per la Sardegna mi ha richiamato nella mia isola e son tornato qua, dove ho aperto i primi locali, ho iniziato a cucinare, ad avere anche altri chef che mi hanno insegnato e ho studiato naturalmente io stesso la cucina.
Attualmente è a Berlino come personal chef di un calciatore molto importante.
Per questa stagione calcistica lavoro con Kevin Prince Boateng, ex giocatore del Milan, ora giocatore all’Hertha Berlino, molto forte.
Come si “costruisce” l’alimentazione per uno sportivo professionista e da cosa parte per stabilire il regime alimentare?
C’è da precisare che l’alimentazione, soprattutto di un giocatore di calcio, va costruita assieme al giocatore, perché ogni alimentazione dipende dalla corporatura della persona o dall’allenamento. Non tutti infatti fanno lo stesso allenamento o hanno la stessa muscolatura o la stessa resistenza. Insieme si vede l’obiettivo da raggiungere: ci sono giocatori che devono perdere peso, che devono perdere grassi e altri invece che devono rafforzare la muscolatura. L’alimentazione quindi costituisce il 50% di un giocatore, oltre l’allenamento.
Il regime alimentare viene quindi elaborato da lei assieme a un nutrizionista o è solo lei che se ne occupa?
Sono io che creo l’alimentazione con i giocatori, anche perché dipende dai gusti: non posso certamente dare al giocatore qualcosa che non riesce a mangiare.
Nella sua carriera ha lavorato con diversi calciatori: quali sono i piatti preferiti dei campioni per cui ha cucinato? E c’è magari qualche alimento che loro non conoscevano e che grazie a lei hanno introdotto nella dieta?
Ricordare tutti i piatti di tutti i giocatori con cui ho collaborato è difficile, però posso dire che con il più famoso con cui ho lavorato, CR7 (Cristiano Ronaldo ndr) ho esordito con la mia millefoglie di avocado con gamberi, mentre un giocatore come Boateng mangerebbe pasta tutti i giorni: è un’amante delle paste, in qualsiasi salsa. Un altro giocatore come Alberto Aquilani, romano doc, aveva come piatto preferito la coda alla vaccinara: gli ricordava l’infanzia e gliela cucinavo spesso. Non si tratta di piatti dietetici, però ogni tanto bisogna anche alimentare la testa non solo il fisico.
Visualizza questo post su Instagram
Quindi i calciatori si concedono anche qualche strappo a tavola?
E’ fondamentale staccare assolutamente, non dalla dieta – che prescrive un medico – ma dall’alimentazione, perché sono due cose veramente diverse. Ci vuole uno stacco soprattutto per la testa.
Su Instagram propone spesso piatti gustosi in una versione senza glutine: come mai questa scelta?
Io sono di un parere, perché mi piace studiare gli alimenti e conoscere la loro storia: in questo momento non sono a favore del glutine, soprattutto di farine o di carni e prodotti comprati alla grossa distribuzione. Sono tutti alimenti contaminati, sono tutti alimenti super raffinati che fanno molto male al nostro corpo. Consiglio sempre di impiegare un po’ di tempo nella spesa e di cercare i piccoli allevatori o i piccoli coltivatori e produttori che ci mettono anima e cuore e che sicuramente hanno un prodotto molto più sano.
Io provengo dalla Sardegna, uno dei popoli più longevi della storia e questo deriva dall’alimentazione; i nostri nonni sono centenari nonostante abbiano sempre mangiato molta pasta e carne. Quello che hanno mangiato però non era contaminato: i maiali, le mucche, le pecore erano tutte al pascolo, non erano alimentati da cereali o tipi di alimenti che non sono naturali per una bestia. Consiglio quindi sempre cibi biologici e naturali.
Leggi anche: Dove mangiare senza glutine a Roma, ecco i migliori ristoranti per celiaci
Quali sono gli ingredienti che non devono mai mancare sulla tavola?
Nella mia cucina non devono mai mancare i sapori, come il basilico, il timo, la salvia e il rosmarino, le erbe fondamentali della cucina mediterranea. Amo anche cucinare prodotti di altro genere – dalla Cina, al Giappone, all’India – e soprattutto non deve mai mancare l’olio di cocco e il burro di cocco, perché sono degli ingredienti in questo momento sanissimi. Non sono raffinati e non sono troppo elaborati, poi l’olio di cocco è uno di quelli che ha il punto di fumo più alto, quindi non è cancerogeno. Non escludo l’olio extravergine d’oliva – soprattutto se biologico – ma utilizziamolo per le insalate, perché è un olio abbastanza grasso, quindi per cucinare carne, verdure e pesce io uso l’olio di cocco.
Ormai tanti cuochi sono diventati anche delle food star: nel suo futuro vede per esempio la televisione?
Non posso parlare tanto di questo progetto della tv, perché sono in fase di realizzazione: c’è qualcosa nel futuro, spero al più presto. Il mio tempo comunque lo dedico al 110% ai miei clienti in giro per l’Europa e in Sardegna d’estate.
Per parlare dei miei pseudo amici cuochi o chef, che sono diventate tutte delle star: dico che è molto facile diventare delle star sui social se non si lavora e si ha tempo di fare video e si sta lì ore e ore a perdere tempo. Io per fortuna lavoro tanto e non riesco a stare dietro ai social.
Una stoccata a qualcuno…
Sì, perché nel periodo del Covid sono diventati tutti chef o tutti cuochi, televisivi e dei social. Poi alla fine bisogna vedere quando c’è il momento di cucinare per tante persone sotto stress quanto sono chef. La differenza è questa.