Giacomo Leopardi e la sua ossessione che lascia tutti a bocca aperta, vediamo insieme a cosa non rinunciava mai.
Le sue poesie e le sue opere le abbiamo studiate tutti, chi più, chi meno e tutti conosciamo i suoi mille problemi di salute, il suo pessimismo cosmico, i suoi amori non corrisposti, ma c’è una cosa di Giacomo Leopardi che nessun professore ci ha mai insegnato: i suoi piatti preferiti!
Leopardi, contrariamente a quanto si poss pensare, amava molto le cose belle della vita, nonostante quest’ultima non sia mai stata gentile con lui e nonostante tutti i suoi acciacchi, malattia e disturbi che gli impedivano di viverla a pieno. Soprattutto, Leopardi amava la buona cucina, in particolare quella di Napoli, città con cui ha sempre avuto un legame molto profondo e particolare. Scopriamo di più sui piatti preferiti del poeta e sulla sua passione sfrenata per il gelato.
L’ossessione inaspettata di Giacomo Leopardi
Della sua passione per la cucina napoletana abbiamo diverse testimonianza, soprattutto nelle lettere che scriveva all’amico Antonio Ranieri, con cui ha vissuto proprio a Napoli, e soprattutto da una lista, compilata dal poeta in persona, destinata al cuoco di Villa Ferrigni di Torre del Greco, Pasquale Ignarra, che riguardava tutte le pietanze che avrebbe dovuto preparare per lui. Nonostante sia evidente che Leopardi evitasse di consumare certi alimenti per via dei suoi problemi di salute, ad esempio la carne rosse, è altrettanto ovvio quanto il poeta fosse una buona forchetta!
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Sulla lista, le delizie più disparate: dalle frittelle di borragine ai carciofi fritti, dallo gnocco al semolino ai maccheroni e poi farinata di riso, patate con il burro, tortellini, capellini, taglioni e quant’altro. Il tutto mentre nella città partenope imperversava il colera, la malattia che avrebbe causato la morte del poeta, dopo un lungo e debilitante declino fisico.
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Ma c’è un’altra cosa che forse non tutti sanno sul poeta: era un grande goloso! Pasticcini, gelati e confetti erano tra le sue cose preferite in assoluto. È stato Alberto Savinio a svelare tutti i vizi di Leopardi in un articolo, “Il sorbetto di Leopardi“: è qui che lo scrittore ha raccontato dei gusti di Giacomino in fatto di dolci. Il poeta amava confetti, sorbetti e gelati alla vaniglia e Savino si è spinto fino a spiegare proprio con questa golosità incontrollata del poeta, la causa della sua morte.