Una storia davvero incredibile del cantante, di origine albanese, Ermal Meta, che si è trasferito a Bari: così il retroscena divertente
Dall’Albania a Bari per allontanarsi dal padre. Il cantante albanese è stato protagonista negli ultimi giorni con un successo smisurato. E ha anche rivelato qualcosa di molto particolare sul suo passato. Ha inoltre parlato della figura del padre.
Il cantante, di origine albanese, nato a Fier, è stato protagonista di un successo incredibile. Insieme alla madre, al fratello e alla sorella, Ermal Meta, ha voluto dire al padre considerato violento. Nasce così in Italia il suo rapporto con la musica: all’età di 16 anni studia il pianoforte e la chitarra entrando a far parte del gruppo Ameba 4, come chitarrista.
Il suo successo cresce a dismisura già quando inizia a lavorare come autore di diversi brani, collaborando con numerosi artisti, come Emma, Francesco Renga, Patty Pravo, Chiara Galiazzo, Marco Mengoni, Francesca Michielin, Francesco Sarcina, Red Canzian, Giusy Ferreri e Lorenzo Fragola. Successivamente intraprende anche l’attività da solista con numerosi successi da urlo.
Lo stesso cantante albanese è stato ospite negli ultimi giorni di Deejay Chiama Italia, rispondendo alle domande di Linus e Nicola Savino. Ha voluto presentare anche il suo romanzo, non autobiografico, Domani e per sempre, che riprende la sua vita.
Alla domanda di Linus: “La Puglia è rimasta tanto nel tuo cuore. Sei arrivato a 13 anni come hai fatto a imparare il dialetto?”, lui ha rivelato: “Sono andato in un ristorante come cameriere, avrò avuto 15 anni. Questo posto, che si trovava al quartiere libertà di Bari, nessun cliente parlava italiano, solo in dialetto. Il proprietario mi ha fatto fare un corso intensificato di qualche giorno di dialetto con la madre: grazie a questo ho potuto lavorare”.
Un racconto davvero divertente con il cantante, che è sbarcato a Bari in cerca di fortuna. L’addio dall’Albania è arrivato per cambiare vita come svelato in una vecchia intervista ai microfoni di Verissimo: “Ero un bambino ribelle. Mia madre capì che la mia vita sarebbe stata condizionata dalla disobbedienza”. Poi ha aggiunto: “La decisione è arrivata insieme a mia madre, mio padre già non viveva più con noi. Dal 1990 che non lo vedo, sono ormai 28 anni. Era assente anche quando c’era. Non ci parlavo neanche quando era in casa. Ho scritto una canzone, Vietato morire”. Un retroscena suggestiva e davvero divertente che ha svelato ai microfoni di Radio Deejay cercando di rievocare il suo passato.
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