Un’usanza molto popolare quella del digiuno intermittente: una rinuncia al cibo in maniera volontaria, ecco i motivi e come funziona
Da scoprire i vantaggi del digiuno ad intermittenza per una rinuncia forzata a tavola: in cosa consiste e come funziona questa pratica per perdere peso.
Negli anni il regime alimentare del digiuno intermittente (Intermittent fasting) è diventato sempre più popolare. Consiste nel rinunciare in maniera volontaria al cibo e alle bevande ricche di calorie per andare a lavorare in maniera costante sul bilancio energetico complessivo e metabolismo ormonale. Inoltre, si sono visti anche benefici e vantaggi per la forma fisica, come perdita di peso, livello di grassi e colesterolo più bassi. Il consiglio è quello di non fare di testa propria, ma di chiedere consigli al medico o al nutrizionista per evitare di incorrere a divere patologie.
Sono stati rilevati così tanti vantaggi portando così benefici al resto del corpo così come al cuore. L’adipe viene così distribuita in maniera corretta e riesce a riparare anche disfunzioni importanti. Ma non è oro ciò che luccica visto che ci sono anche aspetti negativi, tra cui la proteolisi in grado di far perdere proteine corporee per una rinuncia a breve termine.
In primis, troviamo l’“alternate day fasting (ADF)” che consiste nel digiuno ad intermittenza con la privazione del cibo a giorni alterni senza il consumo di calorie in quei giorni prefissati. Troviamo efficace la riduzione di peso corporeo, di trigliceridi e di colesterolo, ma ci sono anche dinamiche negative come la produzione di LDL, le lipoproteine a bassa densità che è chiamato comunemente ‘colesterolo cattivo’.
Inoltre, c’è anche l'”eat and stop” che prevede così un’alimentazione regolare per sei giorni con 24 ore successive di stop forzato. Per quanto riguarda questo regime alimentare non bisogna privarsi del cibo per due giorni di seguito perché potrebbe esserci una mancata concentrazione soprattutto nelle donne. Nei restanti giorni non bisogna superare la soglia calorica.
I problemi derivanti da questo regime alimentare variano di persona in persona provocando senso di fame, irritabilità e sensazioni di freddo.
Infine, un’altra dinamica di digiuno ad intermittenza è chiamata “18/6” o “16/8”, visto che consiste nel mangiare certi alimenti per un tot di ore, dalle 16 alle 18 ore, mentre si evita il cibo nelle restanti ore. Così solitamente si mangia a pranzo e a cena, mentre i liquidi vengono consumati alla colazione. I vantaggi anche in questo caso sono perdita di peso, concentrazioni maggiori di HDL e riduzione di trigliceridi.
Nel corso degli anni questi diversi regimi alimentari hanno portato ulteriori benefici alle persone, ma bisogna sempre rivolgere al medico e ad un nutrizionista per evitare di incorrere a problemi di vario genere.
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