La salmonella è un agente batterico che si attacca sugli alimenti con il primo caso riscontrato alla fine dell’Ottocento: come evitarlo?
Come si fa per evitare di incorrere alla salmonella? Il celebre agente batterico viene trasmesso con infezioni prettamente provocate da alimenti: tutte le curiosità.
La salmonella è l’agente batterico che può essere la causa di infezioni trasmesse da alimenti: il primo caso risale alla fine dell’Ottocento durante un caso di peste suina, dal medico americano Daniel Elmer Salmon. Nel mondo ci sono più di duemila varianti, ma quelli più diffusi sono quelle allevate per la catena alimentare, sono S. enteritidis e S. typhimurium.
In primis, è molto importante l’igiene per evitare la salmonella: di conseguenza i prodotti e gli alimenti vanno conservati in maniera consona. Il cibo va cotto e non va mangiato crudo solitamente: inoltre, è utile anche lavarlo in maniera accurata. Da fare particolarmente attenzione anche ai piatti in cui va messo il cibo visto che le salmonelle possono essere sempre presenti trasferendosi da un alimento a un altro. Solitamente anche prodotti molto importanti vengono prima messi in commercio per poi essere tolti dal mercato, com’è avvenuto per Ferrero che ha dovuto ritirare i prodotti Kinder per sospetta salmonella.
I sintomi possono essere vari e anche molto comuni come febbre, nausea, vomito e diarrea. Possono esserci anche forme più gravi, come per esempio infenzioni focali e meningi soprattutto che provocano problemi soprattutto nei soggetti fragili. La comparsa della malattia può avvenire tra 6 e le 72 ore dall’ingestione di alimenti contaminati fino ad un massimo di 4-7 giorni. Non c’è bisogno di farsi ricoverare in ospedale, ma il decorso della malattia solitamente è normale.
L’infezione si trasmette per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di cibi o bevande contaminate. L’agente batterico può ritrovarsi nei vari alimenti, nell’acqua contaminata e in
piccoli animali domestici. Gli alimenti a rischio sono solitamente le uova crude, o quelle poco cotte, e derivati a base di uova: inoltre, è possibile rintracciarlo anche nel latte crudo e derivati del latte crudo (compreso il latte in polvere), carne e derivati (specialmente se poco cotti). Da non sottovalutare anche le salse e i vari condimenti per insalate, preparati per dolci, creme, gelato artigianale e commerciale, frutta e verdura che vengono contaminate proprio durante il taglio.
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