Una volta aperto, non è possibile gustare il vino per un periodo illimitato, ecco come capire se è andato a male.
Anche chi non ama bere abitualmente può scegliere di tenere del vino a casa, magari anche di qualità differenti, così da poterlo gustare se dovesse ricevere la visita di parenti o amici. In genere si preferisce puntare su qualcosa che può essere adatto sia come accompagnamento ai vari pasti, sia al termine, così da rendere più proficuo l’acquisto e pensare così di potere soddisfare i gusti di tutti.
Chi non ne fa un grande uso può però rendersi conto solo a distanza di tempo di avere delle bottiglie che sono rimaste in panchina ed essere in dubbio sulla sua qualità. Alcuni tipi, infatti, possono andare a male, anche se chi non è un grande intenditore potrebbe non riuscire a capirlo. In caso di dubbio, ci sono dei segnali che si potrebbero osservare e che permettono di capire cosa fare.
Si tende spesso a parlare di un vino invecchiato, per questo chi non è un grande intenditore potrebbe ipotizzare che possa essere gustato sempre senza grossi rischi, ma in realtà non è così. E’ bene quindi capire quali siano i segnali a cui prestare attenzione così da fare la scelta giusta e da non causare danni alla salute né propria né degli altri.
E’ innanzitutto importante specificare come non si debba fare riferimento alla data di scadenza presente sull’etichetta, cosa valida invece per l’acqua. La situazione può però variare a seconda del tipo di prodotto, alcuni con il tempo perdono gusto, altri invece possono diventare addirittura diventare più buoni. Non a caso, i produttori non sono obbligati per legge a indicare una scadenza.
A livello generale, si può dire che il vino rosso è quello che ha un processo di invecchiamento più lento rispetto agli altri. E’ consigliabile stapparne una bottiglia in un arco di tempo che va dai quattro ai quindici anni dopo la vendemmia, con il tempo possono diventare addirittura più buoni. La situazione varia invece per il vino bianco, si deve fare una distinzione tra giovani e più strutturati. I primi andrebbero assaggiati entro sei mesi o un anno dal momento della vendemmia, mentre per gli altri si può arrivare a tre o quattro anni.
In ogni abitazione raramente manca lo spumante, il possessore deve controllare la data di sboccatura, ovvero quel processo che consente di rimuovere il lievito residuo della fermentazione. Superata quella, sarebbe bene berlo entro sei mesi-un anno.
Ci sono poi degli aspetti che andrebbero osservati e che possono essere compresi un po’ da tutti, senza grandi difficoltà. Se la bottiglia non era destinata all’invecchiamento e ha cambiato colore pur essendo ancora chiusa, sarebbe consigliabile buttarla. Stesso destino anche se diventa torbido o si nota una pellicola all’interno. Non sono buoni segni nemmeno l’odore di acido acetico (simile all’aceto) e lo sviluppo di bollicine, che indica l’inizio di una seconda fermentazione.
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