Spesso gettiamo via il cibo perché osserviamo con esattezza la data di scadenza, ora basta. E’ arrivato il momento di scoprire la verità
Non bisogna badare completamente alla data di scadenza che leggiamo sull’etichetta di un prodotto in particolare: quest’ultima è indicativa, ma non è sempre così. Dipende spesso anche da com’è composto il cibo che abbiamo a disposizione: in questo modo è possibile non sperperare ciò che compriamo e spesso dimentichiamo nella dispensa.
La data di scadenza influisce sulle nostre scelte per ciò che dobbiamo gettare via nell’immondizia. Spesso leggiamo attentamente un prodotto e lo buttiamo via. In Italia, per esempio, come riportato dalle stime, si buttano 529 grammi di cibo a testa, in totale 30 chili l’anno. I dati arrivano direttamente dall’osservatorio nazionale degli sprechi, Waste Watcher, che ha considerato tutto questo come un vero e proprio danno per le persone che continuano a morire di fame. Secondo le prime stime il costo si aggira intorno ai 7 miliardi l’anno.
Per superare questo problema così la catena Waitrose nel Regno Unito, in grado di gestire 300 supermercati, ha rivelato che toglierà da circa 500 prodotti quella scritta ‘da consumare preferibilmente entro‘. Ci sono quei prodotti in cui è obbligatorio avere una data di scadenza e dove c’è la scritta ‘da consumarsi entro’, perché lì il sapore cambia drasticamente. Ciò potrebbe avvenire anche in Italia, ma al momento ci sono solamente dibattiti aperti senza trovare una strada nuova da percorrere. Un risparmio di cibo che incide anche in una spesa più economica senza dover gettare via alimenti da un giorno all’altro.
Per esempio, si può consumare la pasta anche dopo tanto tempo dalla scadenza. Ciò è possibile grazie alla sua composizione avendo l’umidità molto bassa senza carica microbica o batterica, come spiegato da Cristiano Laurenza, segretario dell’Unione dei Pastai Italiani. Non ci sono pericoli, come ha aggiunto, visto che può essere conservata al fresco in un ripiano molto pulito: ciò vale anche per il riso.
Stesso discorso per i legumi secchi che possono ancora durare per tanto tempo visto che al loro c’è mancanza di acqua: in questo modo i batteri non possono attaccarli. Vanno conservati lontano da umidità, caldo e luce. Se li utilizziamo dpo la scadenza, è possibile metterli in ammollo per circa due ore in modo di riconquistare l’umidità che avrebbero perso.
Anche il tonno in scatola ha una scadenza abbastanza lunga, anche di circa cinque anni. Dopo tanti mesi potrebbe perdere un po’ di sapore, ma non ci sono rischi per la nostra salute. Quando viene incastolato, l’ossigeno non è più presente e non si corrono rischi per i batteri. Lo stesso procidemento arriva per i prodotti in vetro. Anche il miele può essere conservato per anni, ma va sempre tenuto in un luogo fresco e asciutto. Qui il merito è grazie alla composizione degli zuccheri e degli antibatterici naturali al suo interno. Infine, anche sale, zucchero e caffè possono essere utilizzati anche dopo tanto tempo nonostante la data di scadenza.
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