Caterina Guzzanti ha confessato i suoi problemi con il cibo in un’intervista al Corriere della Sera: ecco cosa ha detto.
Non è tutto oro quello che luccica. Le nostre celebrity preferite non hanno sempre la vita che pensiamo abbiano e i problemi, di qualsiasi genere, sono sempre dietro l’angolo e possono riguardare il presente e il passato di tutti. Caterina Guzzanti in un’intervista al Corriere della Sera ha confessato i suoi problemi con il cibo e quanto la cosa fosse l’incubo di sua mamma, preoccupata che la figlia potesse non mangiare abbastanza. Ecco che cosa ha detto.
“L’incubo di sua mamma“, così si è definita Caterina Guzzanti in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha raccontato quale sia il suo rapporto con il cibo e con il mangiare in generale, soprattutto in passato. La relazione dell’attrice e comica con la tavola non è delle migliori, il suo appetito non è mai stato il massimo e ai fornelli se la cava con qualche difficoltà, come ha confessato lei stessa.
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Riguardo alle sue skills culinarie, la Guzzanti ha confessato la sua ricetta cavallo di battaglia: “Molti mi chiedono, ma tu, le zucchine, come le bruci?”. Eh, bella domanda. Devo dire che non ho un metodo scientifico. In genere faccio a occhio. Le taglio sottili, le metto in padella, aggiungo dell’acqua, un filo d’olio, accendo il fuoco e via. Nel senso che me ne esco proprio dalla cucina, faccio una telefonata, anche due o tre, rispondo alle mail e quando sento l’odorino giusto torno ai fornelli, con tutta calma, non certo alla bersagliera tanto ormai la frittata è fatta, et voilà, zucchine annerite q.b. Lo so, potrebbe sembrare una gag, invece.”
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È stata la nonna Adriana a far cambiare idea a Caterina riguardo la cucina e i piaceri del cibo, facendole apprezzare sempre di più tutto ciò che ha a che fare con questo mondo. “Ogni volta che ci si trovava in occasione di qualche ricorrenza” – ha raccontato Caterina – “era una festa per gli occhi e il palato. Si cominciava il mattino con super colazioni a base di cioccolata calda, dolce o amara, spremute fresche di arancia, torte casalinghe, uova. E si continuava a pranzo con torte salate – quella al formaggio era un inno alla gioia – e salumi, su tutti il ciauscolo, salame tipico marchigiano.”
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