La carbonara fatta dallo chef Monosilio è una delle migliori di tutta Roma. Seguiamo il suo procedimento per la giusta preparazione.
La tradizione culinaria romana è una delle migliori del paese, specie se si parla di primi piatti, amati e riconosciuti in tutto il mondo. Per quanto riguarda la regina in assoluto delle tavole romanesche, la carbonara, ognuno la prepara eseguendo le proprie regole, pure se la base resta quella riconosciuta dalla tradizione. Anche lo chef Luciano Monosilio ha un suo metodo tutto particolare, che vedremo di seguito.
L’uomo nasce nella cittadina dei Castelli Romani di Albano Laziale e deriva dalla dinastia culinaria dei Roscioli. Infatti, è proprio con il ristorante di famiglia che riesce a fare i suoi primi passi all’interno del mondo lavorativo. A Città del Capo, dopo aver ricevuto gli insegnamenti di Fulvio Pierangelini e Mauro Uliassi, mostra le doti che lo consacrano a manager di cucina.
Il lavoro all’interno del ristorante tristellato di Enrico Crippa lo rende uno dei massimi esperti culinari nostrani. Infatti, nel 2012 è riuscito ad essere insignito della stella Michelin e del titolo elargito dal Gambero Rosso di Chef Emergente. Questi sono solo alcuni dei riconoscimenti ottenuti. Per poter assaggiare le sue delizie, oggi, lo si può trovare nel ristorante Pipero di Roma, con cui ha iniziato il sodalizio insieme al proprietario Alessandro.
Molti potrebbero storcere il naso a vedere il grana all’interno di questo piatto, visto che tradizione vuole una ricca lavorazione con il pecorino. Ma allo chef stellato gli si permette di tutto, quindi, meglio provare a fare come dice lui, per avere un sapore originale. I passi da seguire sono i soliti: mettere a bollire l’acqua e su una padella a rosolare del guanciale.
Una particolarità, però, avviene fra le mani dell’esperto. In particolare, una volta finita la cottura, “arrostita all’esterno e morbida all’interno” dei cubetti, tiene da una parte il grasso colato. Intanto, i tuorli d’uovo vengono montati in un contenitore insieme al mix di grana e pecorino, per poi esser fatti fermare.
Una volta cotti gli spaghetti di grano, si mantecano insieme al composto dell’uovo. Il tutto non va fatto sui fornelli, ma sopra al bollitore. Anche questo passo è nuovo, visto che in tanti sono soliti a fare diversamente. Infine, una ricca passata di pepe macinato sopra la pietanza, contornata da del pecorino. Voilà, il piatto è pronto per essere pappato.
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