Vi sono alcuni motivi per cui durante il giorno di Pasqua viene mangiato l’abbacchio. Cerchiamo di scoprirli seguendo la tradizione.
Per poter comprendere al meglio l’arte culinaria nostrana, la miglior cosa da fare è andare a scovare le tradizioni più antiche. In effetti, anche per quanto riguarda l’abbacchio e i motivi per cui si mangia proprio durante il giorno di Pasqua, vi è una spiegazione logica e significativa. Andando a scavare nel passato della cultura italiana, e non solo, si può arrivare alla soluzione di tale ricerca.
Per poter capire al meglio quanto vogliamo sapere, bisogna andare a prendere uno dei libri più antichi del mondo: la sacra Bibbia. Qui, si parla di agnello come il simbolo del sacrificio di eccellenza. Nelle scritture, vi è il passo che conferma tale asserzione. Infatti, Abramo immola l’animale al figlio Isacco. Il cristianesimo riprese questa scena, adattandola al sacrificio di Cristo, morto senza alcuna colpa.
Anche Mosè aveva individuato suddetto animale come simbolo, per ricordare la scappata degli Ebrei dalla loro terra promessa, quindi, la liberazione del popolo da lui rappresentato. Gli agnelli sono anche l’emblema degli apostoli, dato che sono innocenti e uomini santi, ossia dei peccatori redenti. Anche nella Pasqua ebraica, quindi, ci si alimenta con questo cibo e nel cristianesimo aiuta anche a commemorare la Resurrezione.
L’abbacchio pasquale al posto dell’agnello
L’agnello, spesso, è stato sostituito anche da carne di pecora, o quella di capra. La maggior parte delle volte, però è l’abbacchio a farla da padrone. Infatti, vi è una differenza importante fra i due tipi di carne, dovuta alla grandezza e al tipo di alimenti che gli vengono imposti.
Entrambi i nomi stanno ad indicare i piccoli di pecora. L’agnello è di taglia maggiore, però, nel confronto con l’abbacchio. Il primo viene macellato quando lo svezzamento ha già avuto luogo. Infatti, quello più maturo viene ucciso precedentemente ai 6 mesi di vita. La sua alimentazione si basa su erbe e fiori.
L’abbacchio viene soltanto nutrito con il latte datogli dalla madre. Passano, al massimo, 25-30 giorni, prima di essere macellato. Il suo peso deve raggiungere i 4-6 kg, prima della lavorazione. Mentre per l’agnello si parla di un raggiungimento di peso che va dai 7 ai 10 kg. Questa bassa durata della loro vita è dovuta alla necessità di tenere la carne tenera, il più possibile.